La Strage di Ustica è un disastro aereo avvenuto il 27 giugno 1980, quando il volo IH870 Bologna-Palermo della compagnia Itavia precipitò nel Mar Tirreno, vicino all'isola di Ustica, causando la morte di tutti gli 81 occupanti.
Le cause della strage sono state oggetto di intense controversie e indagini, alimentando nel tempo diverse teorie del complotto. Le principali ipotesi includono:
Cedimento strutturale: Un difetto strutturale dell'aereo che avrebbe causato la rottura in volo. Questa teoria, inizialmente sostenuta, è stata progressivamente abbandonata.
Esplosione di una bomba a bordo: Un ordigno esplosivo collocato all'interno della toilette o nella cabina passeggeri. Questa teoria è stata anch'essa scartata per mancanza di prove concrete.
Missile: L'aereo sarebbe stato abbattuto da un missile, forse durante un combattimento aereo non autorizzato. Questa teoria è la più accreditata dalle sentenze definitive della Cassazione. Si ipotizza un possibile scenario di guerra aerea con il coinvolgimento di aerei militari di diverse nazionalità, tra cui Francia, Stati Uniti e Libia, con l'aereo civile Itavia colpito per errore (o come danno collaterale).
"Bomba Umana": Un attentatore suicida a bordo.
Le indagini giudiziarie, protrattesi per decenni, hanno portato a diverse sentenze, alcune delle quali hanno riconosciuto responsabilità dello Stato italiano per non aver protetto la sicurezza del volo e per aver ostacolato le indagini. In particolare, la Cassazione ha stabilito in via definitiva che la causa più probabile della strage è stata un missile, senza però individuare con certezza la nazionalità o l'origine del missile.
La vicenda di Ustica rimane un caso irrisolto e una ferita aperta nella storia italiana, alimentando un acceso dibattito pubblico e numerose speculazioni. I familiari delle vittime continuano a chiedere verità e giustizia.
La verità processuale si discosta quindi dalla verità storica per molti aspetti.